Il museo
Si potevano così osservare al museo rilievi rinascimentali e barocchi, ma anche altri reperti provenienti da chiese distrutte o non più utilizzate. A ciò si aggiunse un rilevante prestito di opere provenienti dal Museo Nazionale di Palermo (oggi Galleria Regionale di Palazzo Abatellis) che annoverava, tra le altre cose, pitture di Giorgio Vasari, Marco Pino e Antonio Alberti detto il Barbalonga, quest’ultima ancora oggi presente in mostra.Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1952, il museo fu rinnovato da monsignor Filippo Pottino su incarico del cardinale arcivescovo Ernesto Ruffini (1945-1967), con l’obiettivo di esporre anche i beni sopravvissuti ai bombardamenti.
Nel 1972, per il sostegno del cardinale arcivescovo Salvatore Pappalardo (1970-1996), il museo fu nuovamente inaugurato con un terzo allestimento, che in massima parte manteneva il precedente. In questa occasione le sale ad opera di monsignor Paolo Collura furono arricchite con prodotti artistici provenienti da chiese in cui non vi erano sufficienti misure di sicurezza, temendo che potessero essere trafugate come era avvenuto nel 1969 alla Natività del Caravaggio dell’oratorio palermitano di San Lorenzo, mai più recuperata.
Nei primi anni ’80 del XX secolo con il restauro del Palazzo Arcivescovile il museo è stato chiuso in attesa del nuovo ordinamento, curato dalla professoressa Maria Concetta Di Natale con la collaborazione di un gruppo di lavoro coordinato da Pierfrancesco Palazzotto. L’attuale allestimento, progettato dalla Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Palermo, negli ambienti restaurati su progetto dell’arch. Salvatore Forzisi e dell’ing. Giuseppe Siragusa, è stato aperto al pubblico temporaneamente il 22 dicembre 2003 alla presenza del cardinale arcivescovo Salvatore De Giorgi (1996-2007) e definitivamente l’1 giugno 2004.
Sono in corso i lavori per l’ampliamento che ingloberanno altri sontuosi ambienti del Piano Nobile del palazzo, tra cui la Sala Gialla e la Sala Azzurra (già visibili dal 20 giugno 2005 per volontà del direttore Mons. Giuseppe Randazzo e disponibilità della soprintendenza ai BB.CC.AA. di Palermo) e la famosa Sala Borremans.
Il nuovo ordinamento scientifico e la selezione delle opere è a cura di Pierfrancesco Palazzotto.
fonte: museo diocesano palermo