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Dalla via Giovanni Aurispa alla
via Gen. Sirtori.
Poeta, scrittore, letterato, nato a Cairo Montenotte (SV)
il 6 ottobre 1838 e morto a Brescia il 6 novembre 1910.Partecipò alla spedizione dei Mille ed a tutta la campagna
nell'Italia meridionale, di cui lasciò una narrazione fedele e realistica
nell'opera Da Quarto al Volturno. Noterelle di uno dei Mille, pubblicata in
edizione definitiva oltre trent'anni dopo la storica impresa (1891). Combattè
ancora con Garibaldi, nel Trentino, meritando una medaglia d'argento al v.m.
Tornato nella sua città natale, ricoprì per circa 10 anni la carica di
sindaco. Nel 1891, per interessamento di Carducci, venne nominato professore
d'italiano nel liceo di Faenza e poi nell'Istituto tecnico di Brescia 'Nicolò
Tartaglia', di cui fu anche preside. Nel 1910 pochi mesi prima di morire, venne
in Sicilia per partecipare alle celebrazioni dei cinquantenario dell'impresa dei
Mille; a Calatafimi, sul colle di Pianto Romano, pronunciò una vibrante
orazione commemorativa. Poco tempo dopo, un decreto dei Re lo nominò senatore dei
Regno.
Dalla via Filippo
Parlatore alla via Pietro Merenda.
Medico, umanista, poeta, storiografo, nato a Mazara nel
1485 circa e morto a Palermo nel 1560. Compì i suoi primi studi con l'umanista
Tommaso Schifaldo a Mazara.
Dalla via Pietro Merenda
alla via Francesco Vivona.
Latinista, traduttore,
poeta di gusto classico, nato ad Altofonte (PA) il 25 dicembre 1870 e morto a
Brooklyn (U.S.A.) il 26 dicembre 1926.
Dalla via Filippo Parlatore alla via G.B.
Caruso.
Poeta, erudito, storiografo,
nato a Palermo il 5 agosto 1625 e morto il 6 dicembre 1710.
Dalla piazza Raffaele Busacca
e dalla via Filippo Parlatore alla via Serradifalco.
Poeta e umanista, nato a Noto
intorno al 1369 e morto a Roma nel 1459.
Dalla via
Generale Sirtori e dalla via Malaspina alla via Antonio Furitano.
Figura di patriota che godè di eccezionale prestigio nel
periodo post-risorginimentale soprattutto perchè fu il luogotenente e
l'uomo di fiducia di un capo carismatico come Giuseppe Garibaldi. In questi
ultimi anni la sua immagine è stata offuscati dalla revisione critica cui è
stato sottoposto il suo comportamento tenuto durante l'impresa dei Mille in
Sicilia, nel 1860, e particolarmente nella repressione della rivolta dei
contadini di Bronte. I fatti di Bronte si svolsero nell'agosto 1860. Dopo avere
assunto il potere di Sicilia, Garibaldi aveva promesso la distribuzione di terre
ai coltivatori siciliani. li 2 agosto i contadini di Bronte, forti di tale
assicurazioni, inscenarono una manifestazione per le vie dei paese chiedendo la
divisione di un vasto territorio di circa 25.000 ettari appartenente agli
Inglesi, la cosiddetta 'ducea di Bronte'. La manifestazione degenerò in rivolta
e provocò violenze e morti. Garibaldi, preoccupato di ristabilire l'ordine e
nello stesso tempo di non dispiacere agli Inglesi che erano stati tolleranti con
lui, mandò il suo fidato luogotenente Bixio. Questi adoperò metodi energici e
dopo un rapido processo fece fucilare cinque cittadini brontesi (7 agosto), tra
cui l'avvocato Nicolò Lombardo.
Dalla via Giovanni Aurispa alla via
Sirtori.
Patriota, garibaldino, nato 21 Vicenza il 7 luglio 1836 e
morto il 29 gennaio
Dalla via Dante alla via
Agostino Inveges.
Storico, letterato, erudito, nato a Polizzi Generosa il 27
settembre 1673 e morto a Palermo il 15 ottobre (o dicembre) 1724.
Dalla
via Filippo Parlatore alla via Pietro Merenda.
Scienziato,
chimico. Nato a Lercara il 24 novembre 1778 e morto a Palermo il 13 luglio
1836. Insegnò
storia naturale e chimica all'Università di Palermo e fece parte di numerose
accademie scientifiche. Tra le sue opere più importanti ricordiamo: ‑
Lezioni di Chimica farmaceutica (1819); ‑ Analisi delle acque termali di
Sclafani, Cefalà Diana, Termini e non termali del Bevuto (1825); - Analisi
delle acque termali segestane (1830); ‑ Corso di Chimica teorico pratico
(1828); ‑ Memoria sui mezzi facili per conoscere le alterazioni dei
vini; ‑ Pensieri fisico-chimici sulla vita (1831).
Dalla
via Gian Giacomo Adria ad oltre la via Matteo Musso.
Paleografo,
docente universitario, nato a Palermo il 14 febbraio 1868 e morto il 16
settembre 1948. Appassionato studioso di pergamene e di documenti, dedicò
gran parte della sua vita alla loro ricerca in archivi privati e statali,
ecclesiastici e comunali, sia in Sicilia che a Napoli, a Montecassino, a
Salerno, a Bari e persino in Spagna, a Barcellona. Diplomatosi in paleografia
nel 1891, dopo tre anni conseguì la laurea in legge nell'ateneo palermitano,
raggiungendo nello stesso anno la libera docenza in paleografia, materia che
poi insegnò, unitamente alla diplomatica latina, per oltre 40 anni.
Ricoprì
la carica di presidente della Società siciliana per la Storia patria dal 1930
fino alla morte. Lasciò numerose opere di carattere storico e diede un
notevole contributo alla soluzione di importanti problemi di storia siciliana.
Dalla
via Filippo Parlatore alla via G.B. Caruso.
Storico,
nato a Sciacca nel 1595 e morto a Palermo nell'aprile dei 1677. Studiò
presso i Gesuiti, laureandosi in teologia e filosofia. Divenuto sacerdote, si
trasferì a Palermo, dove tenne lezioni di grammatica e di belle lettere. Fu
anche invitato dall'arcivescovo di Monreale, Girolamo Venero, ad insegnare
filosofia nel seminario arcivescovile della cittadina normanna.
Si
dedicò con amore e con passione alle ricerche di documenti riguardanti la
storia siciliana, ed in particolare quella palermitana, tanto da meritare il
soprannome di 'storico siculo' ed anche di 'storico di Palermo".
Tra
le sue opere, ricordiamo: una storia della città di Caccamo (La Cartagine
siciliana, 1651), e soprattutto gli Annali della felice Città di Palermo,
l'opera sua più importante.
Essa
è formata da quattro libri (di cui i primi tre pubblicati negli anni
1649‑51 ed il quarto rimasto manoscritto) e divisa in quattro periodi,
ciascuno dei quali, a loro volta, in tre ere: Palermo antico, comprendente
l'era eroica, la cartagine e la romana; Palermo sacro, comprendente l'era
romana, la bizantina e l'araba; Palermo nobile con le ere normanna, sveva e
angioina; Palermo moderno con l'era aragonese, la castigliana e l'austriaca.
Altre sue opere di carattere storico si trovano manoscritte presso la
Biblioteca comunale di Palermo.
Traversa
della via Dante, dopo il civ. 167.
Nome
di un fondo (il cosiddetto “piano di Malfitano”, forse in ricordo di
antichi proprietari amalfitani), di cui era proprietario, nella seconda metà
del secolo scorso, il cavaliere Giuseppe Luigi Beneventano, da Catania. Nel
1885 fu acquistato da Giuseppe Whitaker junior e dalla moglie, Tina Scalia,
che vi fecero costruire la prestigiosa villa, su progetto dell'architetto
palermitano Ignazio Greco D'Onofrio.
dalla
via G.G. Adria alla via Giovanni Aurispa.
Studioso,
scrittore, nato a Palermo il 31 dicembre 1847 e morto il 24 novembre 1940.
Dalla
via Carlo Alberto Garufi alla via Pietro Merenda.
Docente
e letterato, nato a Palermo il 20 luglio 1826 e morto il 4 maggio 1917. Per
oltre 50 anni si dedicò all'insegnamento, che impartì, dapprima nei
principali istituti privati, poi nelle scuole secondarie statali. Compose
poesie, pubblicate soltanto nel 1916, a cura dei Figli. L'opera, cui è legato
il suo nome, è L'illustrazione del Pantheon siciliano (1910), la prima
'guida' al Pantheon di S. Domenico, dove sono raccolti i monumenti dei
siciliani più illustri.
Dalla
via Dante alla piazza Raffaele Busacca.
Botanico,
nato a Palermo l'8 agosto 1816 e morto a Firenze il 9 settembre
Nella
via Serradifalco, al civ. 115a.
La
bella villa, cui si accede anche dalla via Generale Sirtori, fu costruita
intorno al 1880, da Luigi Alliata, dei duchi di Pietratagliata, e rimase
proprietà della sua famiglia fino alla morte dell'ultimo duca, Raniero
(avvenuta il 10 ottobre 1979). Ne sono oggi proprietari i nipoti Chiaramonte
Bordonaro, discendenti da una sorella di Raniero, Marianna, che aveva sposato
il barone Gabriele Chiaramonte Bordonaro Gardner.
Dalla
via Emanuele Armaforte alla via Fancesco Vivona.
Poeta
e cronista medievale, nato ad Eboli intorno al 1160 e morto nel 1220. Poche le
notizie che si conoscono sulla sua vita. Visse alla corte dell'imperatore
Enrico VI ed insegnò nell'Università di Salerno. Aveva indossato l'abito
sacerdotale che probabilmente svestì per esercitare la professione di
medico. Nel 1195 compose il De rebus siculis carmen, noto anche con il titolo
di Liber in honorem Augusti, composto in onore dell'imperatore, suo
protettore, per celebrarne la vittoria su Tancredi di Lecce.
Dalla
via Giovanni Aurispa alla via Gen. Sirtori.
Patriota,
garibaldino, nato a Camogli (GE) nel 1835 e morto a Calatafimi il 15 maggio
1860. Spirito liberale e patriottico, diede il suo nome alla società dei Liberi
Muratori. Partecipò con entusiasmo alla spedizione dei Mille e si coprì di
gloria nella battaglia di Calatafimi, durante la quale cadde combattendo
eroicamente e con la bandiera dei Mille in pugno.
Dalla
via Gian Giacomo Adria alla via Antonio Furitano.
Medico,
nato a Canicattì (AG) nel 1840 e morto il 12 aprile 1925.
Dalla
piazza P.pe Camporeale alla piazza Ottavio Ziino.
Il
nome alla via è stato dato in onore di Domenico Lo Faso, duca di Serradifalco,
che aveva fatto erigere, all'altezza di piazza Olivuzza, una villa di stile
neoclassico, dotata di uno splendido parco ricco di piante esotiche.
SIRAGUSA Giovan Battista (via)
Dalla
via Gian Giacomo Adria alla via Antonio Furitano.
Storico,
docente universitario, nato a Palermo il 9 settembre 1848 e morto il 2 settembre
1934.
SIRTORI Generale Giuseppe (via)
Dalle
vie Malaspina e Nino Bixio al muro di cinta della villa Pietratagliata.
Patriota,
garibaldino, nato a Casatenovo (CO) il 17 aprile 1813 e morto a Roma il 18
settembre 1874.
Dalla
via Gian Giacomo Adria alla via Dante. (interrotta dal muro di cinta della villa
Malfitano).
Medico,
fisiologo, docente universitario nato a Mezzojuso il 10 ottobre 1860 e morto a
Palermo il 15 luglio 1923. Fondatore e direttore dell'Istituto di Fisiologia, fu
anche rettore della nostra Università, dal 1918 al 1921. Collaborò a numerose
riviste specializzate italiane e straniere, ed i suoi studi portarono grandi
contributi alle ricerche in campo fisiologico. Consigliere comunale in Palermo,
ricoprì anche la carica di presidente del Consiglio provinciale e di presidente
del circolo Unione di Mezzojuso. Ricevette le onorificenze della Corona d'Italia
e della commenda dell'ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.
Dalla
via Giovanni Aurispa alle vie Malaspina e Alfredo Casella.
Patriota
ungherese, garibaldino, nato a Baia (Ungheria) il 10 agosto 1825 e morto a
Budapest nel 1909.
Traversa
della via Malaspina, prima del civ. 117.
Violinista
e compositore, soprannominato, per il colore dei suoi capelli, il Prete rosso.
Nacque a Venezia nel 1678 e morì a Vienna nel 1741.
Dalla
via Giovanni Aurispa alla via Emanuele Armaforte.
Poeta,
umanista, letterato, nato a Calatafimi (TP) il 21 febbraio 1866 e morto a Chieti
il 19 luglio 1936.
Nella
via Dante, al civ. 167.
VILLA MALFITANO è sita nel cuore di Palermo ed è estesa per circa 8 ettari; la palazzina tardo ottocentesca che vi insiste mantiene intatto il suo prezioso arredo (quadri, mobili, vasellame, avori, argenterie e una preziosa collezione di coralli trapanesi dei 1600 e 1700). La palazzina e il bellissimo parco circostante (un vero e proprio orto botanico) costituiscono un esempio raro di conservazione di un bene culturale e ambientale a Palermo. Di particolare interesse la collezione di arazzi fiamminghi dei XVI secolo che raccontano la storia del viaggio di Enea da Troia alle rive dei Tevere, la coppia di elefantini in smalto cloisonnée provenienti dal palazzo imperiale di Pechino, il clavicembalo settecentesco recentemente restaurato anche nella parte pittorica, una slitta russa tardo settecentesca e collezioni di porcellane, ventagli, coralli trapanesi, e quadri dell'800 siciliano. Il parco è aperto al pubblico e la palazzina è visitabíle.
Dalla via Malaspina alla via Serradifalco.
Violinista e compositore di origine italiana, vissuto in Francia, nato a Firenze il 29 novembre 1632 e morto a Parigi il 22 marzo 1687.Lasciò la sua città natale giovanissimo, e a Parigi visse tutta la vita e svolse l'intera sua attività artistica. Dotato di squisito gusto teatrale, è considerato il creatore dell'opera francese, cui diede uno stile elegante e spettacolare. Introdotto in casa della principessa di Montpensier, ottenne subito successo, per le sue qualità di comico, di ballerino, di cantante, di virtuoso del violino. Fu chiamato a corte da Luigi XIV ed entrò a far parte dell'orchestra reale (`Les violons du roi'), per conto della quale compose danze e balletti che divertirono moltissimo il re. Nel 1655 fondò una nuova orchestra, `Les petits violons du roi', che si sostituì all'altra. L'entusiasta Luigi XIV lo nominò sovrintendente della musica, suo consigliere e segretario. A 29 anni acquistò la cittadinanza francese e mutò il suo nome in Jean-Baptiste Lully. Creò il nuovo genere della commedia-ballo, musicando alcune commedie di Molière (Il matrimonio per forza, Il borghese gentiluomo). Creò anche la tragedia lirica, l'equivalente, cioè, del melodramma barocco italiano (Alcesti, Proserpina, Aci e Galatea, Teseo). Nel 1681 rappresentò il Trionfo dell'amore, dove per la prima volta si esibivano delle ballerine, invece di uomini travestiti come era consuetudine. Morì di cancrena, a causa di una ferita procuratasi al piede mentre batteva il tempo durante l'esecuzione del suo Te Deum.Lasciò anche composizioni religiose, come il Miserere, il De profundis, e il già ricordato Te Deum.
MALASPINA (cortile, piazza e via)
Il cortile, nella via Giacomo Puccini; la piazza, tra la piazza Ottavio Ziino e le vie Principe di Palagonia e Giotto; la via, dalla piazza Virgilio alla piazza Ottavio Ziino.
Antichissima denominazione con la quale veniva identificata una `contrada rusticana', posta lungo una delle tre strade principali che conducevano alla piana dei Colli. Fu così chiamata forse dal nome di uno dei proprietari di terreni che per primo cominciò a fabbricarvi case; ma potrebbe esistere anche una relazione con la celebre famiglia feudale italiana, che dominò specialmente nella Lunigiana, o con il cronista latino medioevale Saba Malaspina, vissuto nel secolo XIII nell'Italia meridionale ed autore di una Rerum sicularum historia. La via Malaspina, una volta stretta e tortuosa, iniziava dal convento di S. Francesco di Paola e terminava nella via Cruillas. I tratti iniziale e finale hanno mutato nome e corrispondono alle attuali vie Brunetto Latini e Principe di Palagonia. La magnifica posizione della borgata nella fertile campagna incoraggiò l'aristocrazia palermitana a costruirvi ville, realizzate in gran parte tra il XVII e il XVIII secolo. Oggi vi esistono soltanto la villa Isnello, in stato di abbandono, e la villa Sperlinga, sede del Centro di rieducazione per minorenni, in via Principe Palagonia.
Dalla via Principe di Villafranca alla piazza Stazione Lolli.
Scienziato, inventore della telegrafia senza fili. Nacque a Bologna il 25 aprile 1874 e morì a Roma il 20 luglio 1937. Dopo anni di studi e di ricerche condotte privatamente, realizzò, nel 1894, la prima trasmissione a 2.400 m. di distanza, con una collina interposta, nella sua tenuta di Pontecchio. Brevettata l'invenzione nel 1896, continuò le sue realizzazioni in Inghilterra, trasmettendo a distanze sempre maggiori. Nel 1909 si realizzò il primo salvataggio di una nave, il transatlantico "Republic", grazie al telegrafo senza fili. Nello stesso anno ricevette il premio Nobel per la Fisica, dividendolo con il tedesco K.F. Braun. Da quel momento fu tutto un susseguirsi di cariche pubbliche e onorifiche: membro della delegazione italiana alla pace di Saint Germain, presidente del C.N.R., presidente dell'Accademia d'Italia. Ricevette la laurea `ad honorem' da numerose università straniere.
VIRGILIO (piazza)
Tra le vie Dante, Segesta, Selinunte, Malaspina, Giacomo Cusmano, Francesco Ferrara e del Fervore.
Vi prospetta il bel villino Favaloro - Di Stefano, costruito nel 1889-91 da G.B. Filippo Basile, in collaborazione con il figlio Ernesto, che, nel 1914, vi inserì la torretta ottagonale. Oggi vi sono allocati uffici dell'assessorato regionale ai Beni culturali. Al civ. 8 l'edificio condominiale, in stile neo-gotico, costruito negli anni 1926-28 dall'ing. Giuseppe Arici (Messina 1900 - Palermo 1980). Publio Virgilio Marone, poeta lirico ed epico, compì i suoi primi studi a Cremona e a Milano; successivamente si recò a Roma, dove godette la stima di Mecenate e di Augusto. Non partecipò alla vita politica ed alternò i suoi soggiorni a Roma e a Napoli, dedicandosi esclusivamente alla poesia.
Le sue grandi opere, Le Bucoliche, 10 idilli pastorali ispirati al poeta siracusano Teocrito, le Georgiche, poema didascalico sulla vita dei campi e L'Eneide, poema epico nazionale di Roma, lo rendono uno dei più grandi poeti di tutti i tempi. Dante lo sceglie come sua guida nell'Inferno e nel Purgatorio e lo rende simbolo della ragione umana e della perfezione artistica.
Virgilio nacque ad Andes (l'odierna Piètole, presso Mantova) il 5 ottobre del 70 a.C. e morì a Brindisi il 22 ottobre del 19 a.C., di ritorno da Atene dove si era incontrato con Augusto. Seppellito a Napoli, sulla via di Pozzuoli, sulla sua tomba fu incisa la nota epigrafe, che la tradizione vuole abbia composto il poeta stesso poco prima di morire: "Mantua me genit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope; cecini pascua rura duces".
Dalla piazza Castelnuovo alla via Serradifalco.
Era prima intitolata `via dell'Esposizione" nel suo tratto iniziale (dalla piazza Castelnuovo alla via Malaspina) e `via Lolli' (fino alla via Serradifalco). Il nome ricordava l'Esposizione Nazionale tenutasi a Palermo dal 15 novembre 1891 al 5 giugno 1892.
Fu soltanto nel 1910, in occasione della ricorrenza del 50° anniversario del 1860 che la strada venne intitolata a Dante Alighieri.
Il più grande poeta della letteratura italiana ed uno dei più grandi di tutti i tempi nella letteratura mondiale, nacque a Firenze nel maggio del 1265 e morì a Ravenna il 13 settembre 1321.
Nella sua monumentale opera, la
Commedia (chiamata successivamente Divina da Boccaccio), egli illustrò tutti gli aspetti della cultura medioevale fondendoli in una straordinaria sintesi poetica.Dalla piazza Virgilio alla piazza Stazione Lolli.
La più importante città degli Èlimi, le cui rovine si trovano sul Monte Barbaro, a circa 4 Km. da Calatafimi. Gli Èlimi erano una popolazione mista di indigeni sicani e di
stranieri immigrati, forse troiani, sfuggiti alla distruzione di Troia, in Anatolia. Le altre due città èlime in Sicilia furono Erice ed Entella.Segesta fu l'eterna rivale di Selinunte, contro la quale invocò l'aiuto di Atene, nel 415 a.C., e di Cartagine, nel 413 a.C.. L'invasione dei Cartaginesi determinò la distruzione di Selinunte, nel 409 a.C., ma anche di Gela, di Imera, di Agrigento.
Dopo alterne vicende, Segesta, passò ai Romani, di cui fu alleata fedele e da cui fu trattata benevolmente e con molti riguardi. Decadde nel Medio Evo e fu probabilmente distrutta dai Vandali, nel corso della loro incursione nel V sec. d.C..
I monumenti archeologici più importanti sono il Tempio e il Teatro.
Dalla piazza Virgilio e via Malaspina alla piazza Stazione Lolli.
Antica città, fondata da coloni megaresi, verso il 650 a.C., cento anni dopo la fondazione di Megara Iblea. Il nome deriva da quello del prezzemolo selvaggio ("Apium petroselinum") assai diffuso nella zona e che veniva riprodotto nelle prime monete coniate dalla zecca di Selinunte.
Fu spesso in lotta con Segesta e, nel V sec. a.C., conobbe uno straordinario sviluppo che la portò a diventare la più potente città greca in Sicilia.
Fu alleata con Cartagine, ma dopo la battaglia di Imera del 480 a.C., strinse amicizia con Siracusa, cui rimase sempre fedele. Nel 409 a.C. fu espugnata dai Cartaginesi, saccheggiata e distrutta. Ricostruita e distrutta definitivamente durante la
1ª guerra punica. Durante il Medio Evo vi abitarono eremiti e qualche comunità religiosa.I lavori di scavo e di esplorazione sistematica iniziarono nel 1822-23 ad opera degli archeologi inglesi Guglielmo Harris e Samuele Angell. Furono proseguiti dal barone Pietro Pisani, dal duca di Serradifalco, da Francesco Saverio Cavallari, da Antonino Salinas, da Giuseppe Patricolo, da Ettore Gabrici.
PIAZZI Giuseppe (via)Dopo aver insegnato matematica a Malta, ottenne la cattedra di astronomia nell'Accademia degli Studi di Palermo. Nel 1791, incoraggiato dall'illuminato vicerè Caramànico, fondò l'Osservatorio astronomico (la "Specola astronomica") nella torre pisana del Palazzo reale, da cui, il 1° gennaio 1801, scoprì il primo degli asteroidi che battezzò con i nomi di `Cerere', in onore della dea delle messi, e `Ferdinandea', in ossequio al re. Diresse l'Osservatorio fino al 1817, anno in cui fu invitato a Napoli per dirigere la costruzione dell'Osservatorio di Capodimonte, di cui fu nominato pure direttore. Mantenne contatti con i più illustri astronomi del tempo, Lalande, Maskelyne, Herschel, Ramsden, e lasciò un gran numero di pubblicazioni scientifiche.
Tra le vie Dante, Segesta, Selinunte e Guglielmo Marconi.
Era la seconda stazione della città per la linea ferroviaria Palermo -Trapani. Da tempo non è più in esercizio.
Fino al 1910 con il nome di via Lolli veniva indicata l'odierna via Dante (nel tratto compreso tra la via Malaspina e la via Serradifalco). Sul significato del toponimo, Carmelo Piola, autore del
Dizionario delle strade di Palermo (1875), avanza l'ipotesi che, essendo la via `ricetto di malfattori' in tempi non molto lontani, "qualche famiglia di facinorosi avente siffatto nome, avesse fatto così chiamare questa contrada"; interpretazione mantenuta inalterata anche da Edoardo Alfano, autore di uno stradario, apparso agli inizi del nostro secolo. Tuttavia, è interessante segnalare una lettera pubblicata nel Giornale di Sicilia del 3 gennaio 1907, a firma del comm. Giovanni Lucifòra, avvocato di grido e, per lungo tempo, presidente della commissione per la denominazione delle nuove strade di Palermo, nella quale l'autorevole studioso sosteneva che alla strada venne dato il nome di un celebre suonatore di violino - Lolli - tanto celebre che la stessa Caterina di Russia gli donò un arco di violino fatto tutto di un sol pezzo di avorio, sul quale era inciso: "A Lolli - Caterina II Russiarum Imperatrix fecit et dedit".Antonio Lolli (che era nato a Bergamo intorno al 1730) visse gli ultimi anni della sua vita a Palermo e vi morì nel 1802.
Tra le vie Malaspina, Giovanni Aurispa e Filippo Parlatore.
Economista, nato a Palermo il 10 gennaio 1810 e morto a Roma il 24 gennaio 1893. Si interessò presto di studi economici, influenzato in questa scelta dalla lettura delle opere di Romagnosi. Nel 1835 pubblicò il suo primo lavoro:
Sull'Istituto di Incoraggiamento e sull'industria siciliana. Ragionamento economico, che gli consentì di divenire membro dell'Istituto. Accolto anche nell'Accademia di Scienze e Belle Lettere, nel 1844 vinse il concorso per la cattedra di economica civile nella nostra Università.Nel 1847 lasciò Palermo per trasferirsi a Firenze, dove collaborò al giornale
La Patria, fondato da Bettino Ricasoli, ed al giornale Il Costituzionale, in cui si pronunciò per una federazione italiana. Successivamente maturò idee unitarie. In occasione della rivoluzione del 12 gennaio 1848, scrisse La Sicilia considerata politicamente in rapporto a Napoli e all'Italia. Fu eletto deputato al Parlamento toscano ed ammesso all'Accademia dei Georgofili.Insieme a Paolo Emiliani Giudici tradusse l'opera di Brougham
La filosofia politica. Nel 1859, Ricasoli lo nominò ministro delle Finanze nel Governo Provvisorio della Toscana ed egli completò la bonifica della palude di Bientina, dotò la Toscana di strade ferrate, favorì i commerci.Eletto deputato al Parlamento italiano, nel 1868, a Firenze, fu tra i soci fondatori della "Società di Economia politica italiana-_ sorta con l'intento di promuovere e diffondere gli studi economici. Nel 1874 aderì alla "Società Adamo Smith" di cui uno dei fondatori era stato Francesco Ferrara. Nel 1889 ebbe la nomina a senatore del Regno.
Dalla via Malaspina alla via Serradifalco.
Compositore, pianista e direttore d'orchestra, nato a Torino il 25 luglio 1883 e morto a Roma il 5 marzo 1947.
Studiò dapprima a Torino e poi a Parigi, dove fu allievo di- G. Fauré ed ebbe contatti con Ravel, Stravinskij e Schónberg. Tornato in Italia, insegnò pianoforte nel liceo musicale di S. Cecilia di Roma. Compose molta musica sinfonica (Paganiniana, Scarlattiana, il poema Italia), musica da camera (sonate, serenate, concerti per violino e pianoforte); le opere La donna serpente e La favola di Orfeo e il ballo pantomima La giara. Lasciò anche alcuni scritti, tra cui: L'evoluzione della musica attraverso la storia della cadenza perfetta (1923) e La tecnica dell'orchestra perfetta (1950).
Dalla via Malaspina alla via Serradifalco.
Musicista, nato a Caprarola (VT) nel 1622 circa e morto a Monaco di Baviera il 5 dicembre 1687. Visse e operò a Roma, dove godette della protezione della regina Cristina di Svezia. Fu maestro di cappella in S. Giovanni in Laterano, in S. Luigi dei Francesi, nella cappella Giulia in Vaticano, incarico che poi svolse alla corte dell'elettore Ferdinando di Baviera e che mantenne fino alla morte. Compose molta musica sacra e, anche se molte opere sono andate perdute, ci rimangono: il
Concerto madrigalesco a tre voci diverse, una raccolta di mottetti a tre e a quattro voci, l'Agnus Dei a quattro voci, e l'antifona Ave Regina Coelorum a 7 voci.Dalla via Ildebrando Pizzetti alla via Gen. Sirtori.
Compositore e direttore d'orchestra, nato a Napoli il 29 novembre 1841 e morto il 29 agosto 1903.
Appena ventenne, nel 1861, compose l'opera "Caterina
Blum", che, rappresentata al Teatro S. Carlo, ottenne un buon successo.
Trasferitosi a Londra, divenne direttore al Covent Garden, dove fece
rappresentare le maggiori novità italiane.
Il celebre soprano Adelina Patti, ogni qualvolta si
esibiva al Covent Garden, chiedeva espressamente di essere diretta da lui. Tenne
concerti in Europa, negli USA, in Russia. Il grande successo ottenuto a Mosca
durante la prima rappresentazione dell'Eugenio
Dalla via Malaspina alla via Serradifalco.
Compositore, nato a Parma il 20 settembre 1880 e
morto a Roma il 13 febbraio 1968.
Direttore dei conservatori di Firenze, di Milano e
di Roma, accademico d'Italia dal 1939, presidente dell'Istituto italiano di
storia della musica.
Tra le sue opere teatrali più note:
TOSTI Francesco Paolo (piazza)
Tra le vie Malaspina, Arrigo Boito e Benedetto Marcello.
Compositore, nato ad Ortona (CH) il
7 aprile 1846 e morto a Roma il 2 dicembre 1916.Traversa della via Domenico Cariolato, tra i civ. 6 e 8.
Patriota, garibaldino, militare di
carriera e uomo politico, nato a Milano il 15 gennaio 1817 e morto a Roma il 9
marzo 1882. Da giovane combattè in Spagna tra i "Cacciatori di Oporto" contro i
Carlisti. Rientrato in Italia, si distinse nella leggendaria difesa della villa
del Vascello, durante il periodo della Repubblica Romana nel 1849 (Per tale
impresa, riceverà nel 1879 il titolo di marchese del Vascello).
Nel 1860 comandò la seconda spedizione
di garibaldini, sbarcando a Castellammare del Golfo il 17 giugno.
Nel 1866 prese parte alla terza guerra
d'indipendenza, meritando la medaglia d'oro "per i brillanti fatti d'arme di
Primolano, Borgo e Levico" (22-23/7/1866). Dal giugno 1868 al dicembre 1873
tenne il duplice incarico di comandante generale delle truppe in Sicilia e di
prefetto di Palermo. In questa veste mostrò abilità e competenza. Rafforzò la
sicurezza pubblica, diede impulso all'istruzione pubblica e ai lavori pubblici,
promosse la costruzione di nuove strade provinciali e di tratti ferroviari.
Nell'aprile del 1873 esortò il sindaco Domenico Peranni, a costituire una
Società siciliana per la Storia Patria, così come già era avvenuto in altre
città italiane.
Fu deputato al Parlamento e dal 1870
senatore del Regno; nel 1874 Vittorio Emanuele II lo nominò aiutante di campo
del re e, due anni dopo, gli conferì il titolo di marchese del Vascello.
Prima di lasciare Palermo, aveva
sposato la nobildonna Emily Hinton, vedova di Beniamin Ingham junior ed erede di
una immensa fortuna.
Un busto in marmo gli fu innalzato in un padiglione
dell'Ospizio marino, al quale aveva dato grande impulso durante la sua
permanenza a Palermo.
Traversa della via Filippo Parlatore, dopo il civ. 69
Nato nel 1250 ca. e appartenente ad una ricca famiglia mercantile, fece parte
del consiglio generale del comune di Firenze e fu guelfo di parte bianca,
partecipando attivamente alle lotte intestine a Firenze. Nel 1300 fu allontanato
e durante l'esilio contrasse una malattia che lo condusse a morte. I ritratti
fatti dai suoi contemporanei ci rivelano il suo temperamento sdegnoso,
irreligioso e orgogliosamente intellettuale. Ebbe un rapporto di amicizia con
Dante, soprattutto negli anni centrali dell'esperienza stilnovistica. Di lui ci
sono rimasti 52 componimenti, per lo più di stile tragico e dolce e di gusto
stilnovistico, ma non mancano componimenti in stile comico, tra cui due tenzoni
e una "pastorella".
(ex Passaggio M.P. 1) Traversa della via Malaspina
Carlo Goldoni commediografo italiano nato a Venezia nel 1707.
Lascia la sua carriera giuridica per il teatro, raggiungendo il primo successo nel 1734 con la tragedia Belisario. All'età di quarantun'anni entra a far parte, come poeta drammatico, nella compagnia di Gerolamo Medebac di Venezia, rappresentando la sua prima commedia scritta interamente La donna di Garbo (1743).Per la stessa compagnia e per il Teatro Sant'Angelo, il Goldoni scrisse numerose commedie, attuando quella riforma parzialmente cominciata nel 1738 con il Momolo cortesan.Con tale riforma, esposta nel Teatro Comico nel 1751, l'autore si propone di restituire dignità letteraria al teatro contrapponendo alle buffonesche improvvisazioni della commedia dell'arte il brioso e garbato studio dei costumi della sua commedia di carattere. Prendendo spunto dalla vita quotidiana ne rinnova la trama facendo uso di un linguaggio che evidenzia l'aspetto realistico delle situazioni create dai suoi personaggi oramai privi di maschere. Nel 1762 si trasferisce a Parigi a dirigere la Commédie Italienne; fu poi insegnante di italiano alle figlie di Luigi XV. Morirà a Parigi nell'anno 1793. Scrisse oltre 150 lavori in italiano ed in dialetto veneziano, tra cui:Importanti i suoi Mémoires, in francese iniziati nel 1784 e pubblicati nel 1787.